Cento Ong denunciano: "carestia di massa" in atto a Gaza. Israele uccide oltre 60 persone in 24 ore

Oltre un centinaio di organizzazioni umanitarie hanno lanciato un allarme mercoledì, segnalando una "carestia di massa" in rapida espansione nella Striscia di Gaza, già gravemente provata dal conflitto. "Mentre una carestia di massa si diffonde nella Striscia di Gaza, i nostri colleghi e le persone che aiutiamo stanno scomparendo", hanno dichiarato le ONG in un comunicato congiunto. Tra le firmatarie figurano Medici Senza Frontiere, diverse sezioni di Medici del Mondo, Caritas, Amnesty International e Oxfam International.
Le organizzazioni umanitarie chiedono un cessate il fuoco immediato, l'apertura di tutti i varchi terrestri e la garanzia di un flusso libero degli aiuti umanitari. L'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha accusato l'esercito israeliano di aver ucciso più di 1.000 persone a Gaza dalla fine di maggio, mentre queste cercavano di accedere agli aiuti umanitari. La maggior parte delle vittime si trovava nei pressi dei centri della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), un'organizzazione sostenuta da Stati Uniti e Israele attraverso finanziamenti la cui trasparenza è messa in discussione.
Le autorità israeliane affermano regolarmente di consentire l'ingresso di ingenti quantitativi di aiuti, ma le ONG denunciano la persistenza di numerose restrizioni. "Appena fuori Gaza, nei magazzini - e anche all'interno - tonnellate di cibo, acqua potabile, forniture mediche, materiali per l'alloggio e carburante rimangono inutilizzati, con le organizzazioni umanitarie che non possono accedervi o consegnarli", lamentano le organizzazioni umanitarie. Un ospedale di Gaza ha reso noto martedì che 21 bambini sono deceduti a causa della malnutrizione o per fame nell'arco di 72 ore.
Fonti mediche hanno riferito ad Al Jazeera che gli attacchi israeliani a Gaza hanno causato dall'alba di ieri la morte di almeno 63 persone, tra cui 26 che erano alla ricerca di aiuti. Secondo il ministero della Salute locale, da quando è iniziata la guerra di Israele contro Hamas, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 59.106 palestinesi e ne hanno feriti altri 142.511. Più della metà delle vittime sono donne e bambini.
Quindici persone, tra cui sei bambini, sono rimaste uccise in un attacco israeliano contro un edificio che ospitava sfollati palestinesi a nord-ovest di Gaza City. Lo riporta Al Jazeera citando una fonte dell’ospedale al-Shifa.
L'ambasciatore americano in Israele, Mike Huckabee, ha incontrato Hussein al-Sheikh, vicepresidente dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina in Cisgiordania.Al-Sheikh, stretto collaboratore del presidente palestinese Abu Mazen e considerato suo potenziale successore, ha dichiarato che l'incontro si è svolto nel suo ufficio ed è stato la prima visita ufficiale di Huckabee a Ramallah."Abbiamo discusso del sostegno agli sforzi per fermare la guerra nella Striscia di Gaza, liberare gli ostaggi e fornire aiuti urgenti al popolo palestinese", ha scritto al-Sheikh su X, "E' stata discussa anche la situazione attuale in Cisgiordania, inclusa la grave crisi economica e finanziaria e la violenza dei coloni"L'ambasciatore è una figura di spicco della destra cristiana conservatrice negli Stati Uniti ed è vicino ai gruppi pro-insediamenti. Ciò nonostante ha esortato Israele a "indagare in modo aggressivo sull'omicidio di Saif Mussallet", un palestinese-americano picchiato a morte dai coloni israeliani, definendolo "un atto criminale e terroristico".
"Ci rifiutiamo di vederli morire". Con queste parole, l'Agence France-Presse (Afp) lancia un appello urgente per i suoi giornalisti nella Striscia di Gaza, oggi esposti al rischio concreto di morire di fame. È una situazione senza precedenti nella storia dell'agenzia, fondata nel 1944: nei conflitti passati si sono contati reporter uccisi, feriti o imprigionati, ma mai era stato necessario temere la morte per denutrizione.
A Gaza, l'Afp opera attualmente con un piccolo gruppo di collaboratori locali: un giornalista freelance, tre fotografi e sei videomaker. Sono loro a garantire una delle poche voci rimaste all'interno della Striscia, da cui i media stranieri sono esclusi da mesi. Il personale permanente dell'agenzia ha lasciato l'area all'inizio del 2024, e da allora la copertura giornalistica si regge interamente sul lavoro dei freelance, che vivono nelle stesse condizioni estreme dei civili.
Tra loro c'è Bashar, fotografo di 30 anni. In un post su Facebook ha scritto: "Non posso più lavorare nei media. Il mio corpo è troppo magro e non posso più camminare". Bashar vive in costante fuga tra i campi profughi, soffre di problemi intestinali legati alle condizioni igieniche precarie e da oltre un anno è in uno stato di grave deprivazione. Domenica 20 luglio ha riferito che il fratello maggiore è morto per la fame.
Secondo l'agenzia di stampa, sempre più giornalisti non sono più in grado di lavorare a causa della malnutrizione. Le autorità sanitarie locali parlano ormai apertamente di carestia provocata da Israele. Il direttore dell'ospedale da campo di Al-Mawasi, il dottor Suhaib Al-Hams, ha lanciato l'allarme per una ''ondata imminente di morti'' legata a cedimento degli organi tra gli sfollati. Si moltiplicano i casi di esaurimento, perdita di memoria, debilitazione estrema: sintomi tipici della fame prolungata. Oltre alle bombe - a Gaza l'esercito israeliano ha ucciso più di 300 giornalisti dal 7 ottobre 2023 - a uccidere chi testimonia il genocidio in diretta è ora la fame.
Nota di AFP sui freelance palestinesi (AFP)
22/07/2025
6 foto di giornalisti di AFP a Gaza (AFP)
22/07/2025
Ammontano a 33 i morti per malnutrizione nelle ultime 48 ore nella Striscia di Gaza, di cui 12 bambini. Quindici i decessi soltanto ieri, una cifra definita "senza precedenti". La stima è stata diffusa dal ministero della Sanità di Gaza, il quale punta il dito contro la decisione di Israele di sigillare le frontiere di Gaza a partire dal 2 marzo, lasciando così senza cibo, acqua potabile, energia elettrica e cure mediche adeguate oltre 2 milioni di residenti.
L'Onu calcola 69 bambini morti di stenti dal 7 ottobre 2023, di cui una cinquantina da marzo. A Gaza oggi entrano solo i pacchi alimentari che distribuisce la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), che distribuisce al posto delle agenzie Onu in quattro punti in tutta la Striscia. Nei pressi di tali punti di distribuzione, secondo le Nazioni Unite, dal 27 maggio sono state uccise oltre un migliaio di persone.
In un'intervista all'emittente Cnn Cindy McCain, direttrice esecutiva del Programma Alimentare Mondiale dell'Onu (Pam/Wfp) ha confermato che ieri "abbiamo assistito una delle peggiori tragedie mai viste finora". Ha continuato: "Mentre migliaia di persone affamate stavano raggiungendo i convogli del Wfp, l'esercito israeliano ha iniziato ad aprire il fuoco contro la folla". Secondo McCain, "anche lo staff del Wfp è stato messo in grave pericolo. Ora le operazioni umanitarie sono state sospese", chiarendo che l'agenzia Onu "non lavora con la Ghf. Le Nazioni Unite hanno il loro metodo, non sappiamo nulla di loro". Le Nazioni Unite, col supporto di decine di ong operative a Gaza, accusano Israele di aver "privatizzato e militarizzato" gli aiuti umanitari e denunciano "una crisi umanitaria creata ad arte".
Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha condannato “l'orrore” nella Striscia di Gaza, dove morte e distruzione hanno raggiunto un livello “senza precedenti nella storia recente. Basta guardare l'orrore che si sta consumando a Gaza, con un livello di morte e distruzione senza precedenti nella storia recente. La malnutrizione sta esplodendo. La carestia bussa a ogni porta” ha dichiarato durante una riunione del Consiglio di Sicurezza.
“I civili non possono essere bersagli. Mai. Le immagini provenienti da Gaza sono insopportabili. L'Ue ribadisce il suo appello a favore di un flusso libero, sicuro e rapido degli aiuti umanitari. E per il pieno rispetto del diritto internazionale e umanitario. I civili di Gaza hanno sofferto troppo, per troppo tempo. Bisogna finirla ora. Israele deve mantenere le promesse fatte” scrive su X la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Almeno 16 palestinesi sono stati uccisi e decine sono rimasti feriti da un attacco israeliano a Gaza City, nel nord della Striscia. Secondo The Guardian, che cita le autorità sanitarie di Gaza, i carri armati dell'esercito hanno aperto il fuoco sulle tende che ospitavano gli sfollati nel campo di al-Shati, nella parte occidentale della città. Nessun commento finora da parte di Israele. Secondo l'agenzia palestinese Wafa, tra le 43 vittime ci sono 7 persone uccise mentre attendevano aiuti umanitari nei pressi del corridoio di Netzarim.
“L'uccisione di civili in cerca di aiuti a Gaza è indifendibile. Ho parlato di nuovo con il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar per ricordare il nostro accordo sul flusso di aiuti e ho chiarito che le IDF devono smettere di uccidere le persone nei punti di distribuzione” scrive in un tweet l'Alta rappresentante Ue Kaja Kallas, avvertendo che “tutte le opzioni restano sul tavolo se Israele non mantiene le sue promesse”.
“Gli aiuti umanitari non sono solo necessari, sono una questione di vita o di morte. Rifiutarli non è un ritardo, ma una condanna. Ogni ora senza cibo, acqua, medicine e riparo causa un profondo danno” dice il cardinale Patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa. “Lo abbiamo visto: uomini che resistono al sole per ore nella speranza di un semplice pasto. Questa è un'umiliazione. È moralmente inaccettabile e ingiustificabile. E oggi - aggiunge il Patriarca di Gerusalemme dei Latini - alziamo la voce in un appello ai leader di questa regione e del mondo: non può esserci futuro basato sulla prigionia, sullo sfollamento dei palestinesi o sulla vendetta”.
L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) stima che “1.000 persone affamate sono state uccise a Gaza mentre cercavano aiuti alimentari” dalla fine di maggio. La Striscia è un “inferno in terra” con medici che svengono per la fame e la stanchezza, ha ammonito il capo dell'Agenzia, Philippe Lazzarini, citato dai media internazionali.
Sfollati palestinesi sono stati sorpresi nel sonno da colpi esplosi da carri armati israeliani che hanno aperto il fuoco contro le loro tende nel 'Beach Camp', a ovest di Gaza City. Secondo media locali, che citano fonti sanitarie, il bilancio provvisorio è di almeno 13 morti e 25 feriti da due colpi di carro armato "sparati contro un complesso di tende" nella parte occidentale di Gaza City, nella Striscia di Gaza settentrionale. Il sito ospitava cittadini di Gaza sfollati da altre aree della Striscia settentrionale. Secondo i primi resoconti, i carri armati posizionati a nord del campo di Shati hanno aperto il fuoco contro le tende. L'agenzia di stampa Reuters ha osservato che le Idf non hanno ancora riferito in merito a questa operazione notturna in corso.
La popolazione di Gaza, che conta oltre 2 milioni di persone, sta affrontando una grave carenza di cibo e altri beni essenziali, con la protezione civile e Medici Senza Frontiere (MSF) che hanno segnalato un picco di casi di malnutrizione negli ultimi giorni. In un post su X, l'Unrwa ha affermato che la carenza di cibo nel territorio palestinese ha causato un aumento dei prezzi dei generi alimentari di 40 volte, mentre gli aiuti immagazzinati nei suoi depositi fuori Gaza potrebbero sfamare "l'intera popolazione per oltre tre mesi". "La sofferenza a Gaza è causata dall'uomo e deve essere fermata", ha scritto. "Togliete l'assedio e fate arrivare gli aiuti in modo sicuro e su larga scala, ha aggiunto Unrwa. La protezione civile ha segnalato domenica almeno tre decessi infantili per "fame grave e malnutrizione" nell'ultima settimana. Il ministero della Sanità ha affermato che 18 persone sarebbero morte di fame nelle 24 ore tra sabato e domenica. "I neonati di età inferiore a un anno soffrono di carenza di latte, che porta a una significativa perdita di peso e a una riduzione delle difese immunitarie, rendendoli vulnerabili alle malattie", ha dichiarato Mohammed Abu Salmiya, direttore dell'ospedale al Shifa di Gaza. Israele ha dichiarato oggi che "non vi è alcun divieto o restrizione all'ingresso di latte in polvere o alimenti per neonati a Gaza".
La madre di Yahya Fadi al-Najjar, un neonato morto per malnutrizione, è in lutto mentre tiene in braccio il suo corpo durante il funerale presso il complesso medico Nasser a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale, il 20 luglio 2025 (AFP)
22/07/2025
La residenza del personale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità a Deir al Balah, nella striscia di Gaza, è stata attaccata tre volte, ha dichiarato il direttore generale dell'agenzia sanitaria Tedros Adhanom Ghebreyesus in un post su X, affermando che anche il magazzino principale della residenza è stato attaccato.
"I militari israeliani sono entrati nella struttura, costringendo donne e bambini a evacuare a piedi verso Al-Mawasi nel mezzo di un conflitto attivo", ha scritto. "Il personale maschile e i suoi familiari sono stati ammanettati, spogliati, interrogati sul posto e sottoposti a controlli con armi da fuoco. Due membri del personale dell'OMS e due familiari sono stati arrestati. Tre sono stati successivamente rilasciati, mentre un membro del personale rimane detenuto. 32 membri del personale dell'Oms e i loro familiari sono stati evacuati presso l'ufficio dell'Oms non appena è stato possibile accedervi" E ha aggiunto: "L'Oms chiede l'immediato rilascio del personale arrestato e la protezione di tutto il suo personale."
Rai News 24